@misc{10481/96681, year = {2024}, url = {https://hdl.handle.net/10481/96681}, abstract = {Durante décadas la Unión Europea ha elaborado un sistema normativo sin parangón en el panorama internacional: el Sistema Europeo Común de Asilo (en adelante, SECA) a fin de alcanzar el objetivo plasmado en el artículo 78 del TFUE: otorgar un estatuto de protección adecuado a todo nacional de un tercer Estado que requiera protección. Sin embargo, pese a sus muchos logros, el SECA dista mucho de ser perfecto. Tras la afluencia migratoria masiva que alcanzó Europa entre 2015 y 2016, se evidenció que la política de protección internacional de la Unión Europea era deficiente; y la consecuencia de sus fallos era una sucesión de graves violaciones de los derechos de los solicitantes de protección internacional. Muchos justificaron entonces el maltrato que sufrían miles de solicitantes de protección amparándose en el colapso de unos sistemas nacionales saturados. Lo que sirvió a la UE y a sus Estados para justificar una polémica política de externalización de controles migratorios, y la adopción de medidas disuasorias tan variadas como cuestionables. Sin embargo, esas vulneraciones de derechos a los solicitantes ya sucedían años antes, cuando el número de llegadas era muy inferior. Tras un estudio del SECA se ha observado que este adolece de unas deficiencias que lo sitúan como un sistema ineficiente e insolidario; que proporciona un grado insuficiente de armonización de los procedimientos de protección internacional y de las condiciones relativas con la acogida de los solicitantes. Así, dotado de una pluralidad de procedimientos, plazos, garantías y derechos, los porcentajes de reconocimiento y las condiciones de acogida que dispensa un Estado u otro pueden llegar a suponer una diferencia trascendental para el solicitante. Por todo ello, el estatuto jurídico del solicitante de protección se encuentra afectado por una gran inseguridad jurídica que, sin duda, debilita su protección. En consecuencia, se propone la incorporación de un nuevo reglamento al SECA. Un reglamento relativo al estatuto común de derechos del solicitante de protección internacional en la Unión Europea. Convencidos de que puede constituir una herramienta normativa contra las sistemáticas vulneraciones sufridas por un colectivo especialmente vulnerable, favoreciendo la efectividad del sistema. Así, en suma, este trabajo analiza el estado actual de la normativa, los motivos que respaldan la propuesta, y sus objetivos, concluyendo con una explicación de las directrices que deberían desarrollarse en el reglamento.}, abstract = {Per decenni, l'Unione europea ha sviluppato un sistema normativo senza precedenti nel panorama internazionale: il Sistema europeo comune di asilo (di seguito CEAS), al fine di raggiungere l'obiettivo stabilito dall'articolo 78 del TFUE: offrire uno status adeguato a qualsiasi cittadino di un Paese terzo che necessita di protezione. Tuttavia, nonostante i suoi numerosi successi, il sistema europeo comune di asilo è è ancora lontano dall'essere perfetto. All'indomani del massiccio afflusso migratorio che ha raggiunto l'Europa tra il 2015 e il 2016, è emerso chiaramente che la politica di protezione internazionale dell'UE era inadeguata; la conseguenza delle sue carenze è stata una concatenazione di gravi violazioni dei diritti dei richiedenti protezione internazionale. Molti hanno giustificato il maltrattamento di migliaia di richiedenti protezione con il collasso dei sistemi nazionali sovraccarichi. Ciò è servito all'UE e ai suoi Stati per giustificare una controversa politica di esternalizzazione dei controlli sull'immigrazione e l'adozione di misure dissuasive tanto varie quanto discutibili. Tuttavia, queste violazioni dei diritti dei richiedenti si erano già verificate anni prima, quando il numero di arrivi era molto più basso. A seguito di uno studio sul CEAS, è stato osservato che soffre di gravi carenze che lo rendono un sistema inefficiente e non solidale; che fornisce un grado insufficiente di armonizzazione delle procedure di protezione internazionale e delle condizioni di accoglienza dei richiedenti. Inoltre, con una pluralità di procedure, scadenze, garanzie e diritti, i tassi di riconoscimento e le condizioni di accoglienza concessi da uno Stato o da un altro possono fare una differenza significativa per il richiedente. Di conseguenza, lo status giuridico del richiedente protezione è avvolto da una grande incertezza giuridica, che indubbiamente indebolisce la sua protezione. A questo punto, si propone di inserire nel CEAS un nuovo regolamento: un regolamento sullo status comune dei diritti dei richiedenti protezione internazionale nell'Unione europea. Nella convinzione che esso costituirebbe uno strumento normativo contro le violazioni sistematiche subite da un gruppo particolarmente vulnerabile e che favorirebbe l'efficacia del sistema, il presente documento analizza lo stato attuale della normativa, le ragioni alla base della proposta e i suoi obiettivi. Si conclude con una spiegazione delle disposizioni che dovrebbero essere sviluppate nel regolamento.}, organization = {Tesis Univ. Granada.}, publisher = {Universidad de Granada}, title = {Un estatuto común de derechos para los solicitantes de protección internacional en la Unión Europea}, author = {Requena de Torre, María Dolores}, }