@misc{10481/91455, year = {2023}, url = {https://hdl.handle.net/10481/91455}, abstract = {Il riutilizzo di tumuli funerari del IV e III millennio a.C. per nuove deposizioni durante il resto dello sviluppo della Preistoria Recente e anche in periodi successivi è un fenomeno che è stato evidenziato in diverse aree d'Europa, compresa l'Andalusia, sia per i materiali recuperati in alcune tombe che corrispondono a questi periodi di riutilizzo, sia per la proliferazione di datazioni, soprattutto su resti scheletrici umani, che hanno fornito date a partire dal II millennio a.C.. L'ottenimento di 22 nuove datazioni su resti scheletrici umani provenienti da necropoli del sud-est della penisola iberica, sia nella provincia di Almería (tra cui Los Millares) sia in quella di Granada (soprattutto nella zona del Río de Gor) e il loro confronto con le date già disponibili associate al secondo millennio nei megaliti della zona ci permette di discutere due aspetti importanti in relazione a questi processi di riutilizzo. Innanzitutto, il fatto che tali processi, che sono già stati definiti frequenti, erano più ricorrenti di quanto di solito si ipotizzi, dal momento che molti dei megaliti che hanno fornito datazioni del II millennio a.C. non offrono elementi materiali di corredi funerari corrispondenti a quel millennio. Inoltre, mentre il riutilizzo di tombe megalitiche, e persino la creazione di tombe a tumulo ex novo, durante l’età del bronzo finale (1350/1300-850/800 a.C.), con cremazioni e inumazioni, era attestato fin dagli studi della fine del XIX secolo, possiamo ora affermare che durante l’età del bronzo recente (1550/1500-1350/1300 a.C.) questi riutilizzi furono particolarmente intensi. Questo non solo ci permette di contestualizzare la datazione già nota di Qurénima, ma anche di mettere in relazione questo aumento del riutilizzo delle tombe megalitiche con la cessazione delle sepolture sotto le abitazioni tipiche dei contesti argarici (tra il 2050 e il 1550/1550 a.C.). La fine delle pratiche di sepoltura nelle abitazioni significò, da un lato, la fine di un processo di continuo ammortizzamento della ricchezza per giustificare (e mantenere) la posizione sociale. Dall'altro, incoraggiò l'attaccamento ideologico ai presunti "antenati" presenti nelle tombe megalitiche e, in queste nuove pratiche, la deposizione di oggetti nei corredi funerari, per un certo periodo, cessò di essere rilevante. Quando nel bronzo finale si incontreranno di nuovo oggetti, questi (soprattutto gli ornamenti in metallo prezioso) hanno rivelato che queste pratiche di sepoltura rituale (e, come innovazione, la cremazione) erano ormai riservate all'élite.}, organization = {PID2020-117437GB-I00/AEI/10.13039/501100011033}, organization = {A-HUM-262-UGR20}, publisher = {Edizioni del Mirto}, keywords = {Edad del Bronce}, keywords = {Megalitismo}, keywords = {Cronología}, keywords = {Análisis bayesiano}, keywords = {Sudeste de Iberia}, title = {La temporalità dei riusi dei megaliti nel Sud-Est della penisola iberica durante l’età del bronzo e le loro implicazioni sociali}, doi = {9788894402025}, author = {Dorado Alejos, Alberto and Rodríguez Rellán, Carlos and Spanedda, Liliana and Cabrero González, Carolina and Molina González, Fernando and Cámara Serrano, Juan Antonio}, }